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Le opere e i giorni. Il progetto Orazio Costa

22 giugno 2021

All’interno del Teatro della Pergola si trova quella che è stata l’abitazione del regista, maestro e pedagogo Orazio Costa durante l’ultimo periodo della sua vita. Nel 1996 Costa firma un accordo con l’ETI, secondo il quale, alla sua morte, avrebbe lasciato il suo archivio e la sua biblioteca all’ente, in cambio della permanenza fiorentina. Così quegli spazi, rimasti pressoché invariati e oggi destinati al Centro di Avviamento all’Espressione, da lui fondato alla fine degli anni Settanta, custodiscono il Fondo Orazio Costa.

 
Corrispondenza privata e di lavoro, ritagli stampa, programmi di sala, copioni, quaderni, foto, bozzetti e filmati sono conservati in due pareti fittissime di faldoni, cartelline e scatole. All’archivio si unisce la sua biblioteca e quella del padre. Una ricchezza di documenti che consentono di ripercorrere l’esistenza di Costa, lungo tutto il Novecento, dal punto di vista professionale e biografico.

 

Corrispondenza privata e di lavoro, ritagli stampa, programmi di sala, copioni, quaderni, foto, bozzetti e filmati sono conservati in due pareti fittissime di faldoni, cartelline e scatole. All’archivio si unisce la sua biblioteca e quella del padre. Una ricchezza di documenti che consentono di ripercorrere l’esistenza di Costa, lungo tutto il Novecento, dal punto di vista professionale e biografico.

Il Fondo, creato e organizzato in gran parte dallo stesso Costa nel corso degli anni, è al centro di un articolato progetto di ricerca e valorizzazione, sostenuto e promosso dal Teatro della Toscana, che prevede la ricognizione e il riordino dei documenti, l’aggiornamento dell’inventario, la selezione e la costruzione di percorsi digitali e dal vivo del patrimonio archivistico e la creazione di laboratori teatrali suscitati dalla “messa in vita” dei materiali del fondo Orazio Costa.

 
In questa direzione si sviluppa il progetto editoriale diretto da Stefano Geraci, studioso e docente di teatro all’Università Roma Tre, attraverso la prossima pubblicazione di quattro volumi sull’attività di Costa da parte dell’editore La Casa Usher. L’obiettivo è di restituire, con inedite prospettive, la figura di Costa alla storia del teatro italiano e di offrire ai teatri del presente una nuova indagine dei fertili crocevia dove Costa ha esplorato le relazioni tra coscienza del teatro e pratiche della scena.

 
I quattro volumi sono concepiti come stanze attigue, ma comunicanti, abitate dalle esperienze di quell’“uomo-laboratorio” che è stato Costa nell’arco di tutta la sua vita.

Il primo libro introduce alla biografia di Costa, la «coscienza del teatro italiano», come l’ha definito Sandro d’Amico, nella sua interezza e complessità, sondando in particolar modo il suo dialogo e confronto, a volte aspro e laterale, con il teatro del suo tempo, dagli anni Venti agli anni Novanta del secolo scorso. Il volume, che si avvale dei materiali inediti conservati presso l’Archivio, è stato affidato a due giovani ricercatori, Massimo Giardino e Andrea Scappa, entrambi dottori di ricerca in discipline dello spettacolo, a cui è stato anche conferito l’incarico del fondamentale riordino delle carte di Orazio Costa.

 
La pubblicazione successiva, curata da Stefano Geraci, si concentra invece sulla ricchezza e sulle suggestioni dei materiali contenuti nei “Quaderni”, compilati da Costa lungo tutta la sua vita. Il volume, proponendo un’ampia scelta che conservi la natura intrecciata per temi interni dei “Quaderni”, avrà una disposizione su due pagine, come per le traduzioni con testo a fronte. In quella di sinistra i racconti dei fatti esterni, in quella di destra le pagine di Costa. Questa soluzione consentirà al lettore di orientarsi e, nello stesso tempo, di accedere alla natura della scrittura di Costa non costretta dentro un rigido indice di argomenti, che ne impoverirebbe la fitta trama elaborata quotidianamente da Costa come un laboratorio intimo, dove mettere alla prova la sua multiforme personalità artistica.

 
Il terzo volume, scritto da Massimo Giardino, ricostruisce le regie di Costa attraverso la collazione delle fonti e dei documenti finora inediti o trascurati, inclusi i progetti eccedenti i confini della scena. Infatti, diversamente da altri registi che hanno rifondato il teatro italiano nel primo dopoguerra, la valutazione delle regie di Costa non ha trovato lo spazio dovuto per la difformità con i nuovi assetti produttivi e per il rifiuto di Costa di accettare il ruolo di regista come unico involucro professionale.

 
L’ultima pubblicazione, a cura di Pier Paolo Pacini, direttore del Centro di Avviamento all’Espressione – Teatro della Pergola – Firenze, intende offrire un’analisi complessiva e compiuta degli scritti e degli interventi di Costa dedicati al Metodo Mimico. La vastità degli usi, non solo in ambito teatrale, lo stato parziale delle pubblicazioni, rendono urgente una visione dettagliata e insieme organica di un pensiero e una prassi cresciuti lungo quasi tutta la vita di Orazio Costa.

Andrea Scappa