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La bellezza della poesia. Intervista a Mariano Rigillo

23 ottobre 2023

di Angela Consagra

Partiamo dal titolo, Ezra in gabbia o il caso Ezra Pound: qual è la gabbia dell’autore-Ezra Pound?

È più di una, Ezra Pound è come se fosse circondato da più ‘gabbie’… Mi sono reso conto che alla nostra generazione è stato posto una sorta di veto culturale: ci è stato detto di non parlare di questo scrittore, per via della politica, e ancora oggi mi sento spesso rispondere così quando lo nomino. Leonardo Petrillo -­ regista di Ezra in gabbia - mi ha dato da leggere il testo di questo spettacolo, ed è così che ho cominciato ad appassionarmi essenzialmente alla scrittura del poeta e alla sua indipendenza di pensiero. A Leonardo Petrillo era stato chiesto di realizzare un’opera su Ezra Pound, nell’ambito del progetto Venezra promosso dalla Regione Veneto: è stata proprio questa proposta di Leonardo a spingermi ad approfondire e a documentarmi sulla persona di Ezra Pound. Ho compreso di trovarmi di fronte al lavoro di un poeta grandissimo. Abbiamo debuttato alcune stagioni fa al Teatro Goldoni di Venezia, con un enorme consenso: ho allora immaginato subito che il Teatro Stabile del Veneto volesse mantenerlo nel suo repertorio, con il fine di fare conoscere questo autore in Italia. Capisco le domande che mi vengono fatte circa le motivazioni che mi hanno fatto accettare di interpretare questo spettacolo: la risposta risiede nel talento dello scrittore, una figura che è stata nascostamente fondamentale nella letteratura del Novecento. Un autore come Thomas Eliot, per esempio, si era rivolto a lui per farsi correggere le sue opere perché ne riconosceva l’altissima dimensione letteraria. È per queste ragioni che nasce la mia caparbietà, il desiderio di continuare a proporre le parole di Ezra Pound: un autore di statura dantesca ma che, appunto, è come se si ritrovasse in una gabbia culturale.

 

 

“Stare vicino al pubblico è qualcosa che mi emoziona e, inoltre, mi incuriosisce molto questo particolare allestimento: lo spettacolo assume un nuovo aspetto, tutto da scoprire”

 

Mariano Rigillo

Foto Pino Le Pera

“A livello di scrittura, sappiamo che si tratta di una forma poetica e quindi di un testo difficile. Però, anche quando non comprendi immediatamente un poeta, egli ti attira”

 

Mariano Rigillo

 

 

A livello di scrittura, quale idea di poesia emerge dallo spettacolo? È difficile trasportare la poesia sul palcoscenico?

Ezra Pound era un letterato a tutto tondo: scriveva poesia, si occupava di musica… Ha abitato a lungo in Italia, un Paese che gli ha dato modo di essere un poeta e di vivere la sua esistenza. Lui ebbe anche l’occasione di parlare alla radio italiana: questo avvenimento è stato il principio della sua condanna sociale. A livello di scrittura, sappiamo che si tratta di una forma poetica e quindi di un testo molto difficile. Però, anche quando non comprendi immediatamente un poeta, egli ti attira comunque: leggendolo, sfogliando le sue opere, ecco che cominci a capirlo. Umberto Eco sosteneva che i libri di casa, quelli che stanno nelle nostre librerie e che non leggiamo mai, a furia di cambiargli di posto o di leggere la quarta di copertina, per esempio, finiscono per fare entrare dentro noi stessi qualcosa del libro senza averlo mai letto, toccando il nostro intimo. Per quanto riguarda Ezra Pound si tratta di un personaggio misterioso e, forse, proprio la paura di questo mistero ha inciso su come sia sempre stato percepito. 

Il regista Petrillo ha definito Ezra in gabbia come “uno spettacolo basato sulle ossessioni…”

L’obiettivo principale dello spettacolo non è solo quello di far ascoltare la bellezza di alcuni canti sotto il profilo poetico, piuttosto si tratta di ampliare il punto di vista. In una intervista di Pier Paolo Pasolini a Ezra Pound si comprende la deferenza che aveva Pasolini nei suoi confronti, pur con la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un personaggio a lui avverso politicamente. Lentamente questo personaggio che sembrava un asceta, andando avanti nell’intervista, conquistò Pasolini. Ad un tratto Pasolini, preso dal fascino del personaggio Ezra Pound, cominciò a leggere un suo Canto, dalla scrittura meravigliosa, e gli vennero le lacrime agli occhi. Questo poeta lo aveva commosso.

 

Per questo spettacolo è stato pensato un allestimento particolare, sul palcoscenico, e molto vicino al pubblico.

Stare vicino al pubblico è qualcosa che mi emoziona e, inoltre, mi incuriosisce molto questo particolare allestimento: lo spettacolo assume un nuovo aspetto, tutto da scoprire. Sono venuto sempre con gioia e profondo piacere al Teatro della Pergola: tornare su quel palcoscenico è bellissimo.

Foto Pino Le Pera