Il Laboratorio Teatrale di Drammaturgia cerca 14 allievi-attori delle Scuole e Accademie Teatrali, studenti universitari e studenti di scuole di teatro. Il titolo del testo proposto nel Laboratorio è Il veleno del teatro di Rodolf Sirera, regia Pino Micol. Il progetto è ideato da Manuele Morgese.
Programma del laboratorio
18 novembre 2015
Docente RODOLF SIRERA – (traduttrice Daniela Aronica)
Lavoro sulla drammaturgia spagnola e in lingua catalana e la traduzione italiana
19 novembre 2015
Docenti RODOLF SIRERA, PINO MICOL, MANUELE MORGESE
Lettura del testo a tavolino
20 novembre 2015
Docenti PINO MICOL, MANUELE MORGESE
Training e lavoro sui personaggi
21 novembre 2015
Docenti PINO MICOL, MANUELE MORGESE
Training e lavoro sui personaggi
Il laboratorio si svolgerà nella Sala Ballo 2 del Teatro della Pergola di Firenze dalle ore 10 alle ore 14.
Frequenza obbligatoria. Non è prevista una selezione e saranno ammessi i primi 14 iscritti.
Il costo dei Laboratori è a carico della Fondazione Teatro della Toscana, quindi gratuito per i partecipanti.
ACCEDERE AL WORKSHOP
Inviare una mail entro il 30 ottobre 2015 a pubblico@teatrodellapergola.com con oggetto “Partecipazione Laboratorio Teatrale di Drammaturgia”, specificando i propri contatti e allegando il proprio curriculum formativo in formato pdf.
Premesse
Con questo nuovo lavoro di un autore contemporaneo come Sirera, la Fondazione Teatro della Toscana vuole confrontarsi con realtà di caratura internazionale e con testi di nuova drammaturgia europea, in linea con le direttive ministeriali (sviluppo, creazione e partecipazione a reti nazionali ed internazionali). Il progetto proposto rappresenta una prima fase di lavoro degli artisti con gli allievi dell’Università di Barcellona. Un workshop che pone il confronto tra più tradizioni culturali (catalano, spagnolo e italiano) e diverse scuole d’Arte e nello specifico di Teatro. Un primo approccio di studio del testo alla presenza dello stesso autore, del regista dello spettacolo che debutterà a novembre in Italia e dell’attore protagonista.
Il progetto
La prima fase di lavoro prevede un Laboratorio di cinque incontri in aula. Dopo una fase di preparazione e lettura del testo a tavolino, si procederà alla costruzione di alcune scene, mise en espace e prove aperte al pubblico a chiusura del progetto. L’obiettivo è quello di una lettura comparata in diverse lingue, dallo spagnolo al catalano e dunque all’italiano e la ricerca di una struttura teatrale insita nel testo stesso. Il lavoro degli studenti alle prese con un regista della caratura di Micol sarà inoltre di sicuro stimolo per l’allestimento successivo con i protagonisti professionisti.
Il copione e l’intreccio
Il testo ha avuto già grande riscontro a livello internazionale, come ben testimoniano le traduzioni in una decina di lingue, che ne fanno un piccolo classico della recente produzione iberica. È un originale dramma sui limiti della realtà scenica: la rappresentazione di quell’idea, forse un pò aleatoria, dell’attore e della presunta verità, ora affannosamente cercata, ora lasciata nelle pieghe della finzione, che la rappresentazione della vita in scena crea e propone al pubblico. Un gioco anche crudele, che vede la rappresentazione dell’uomo nella sua intima meschinità, attore di un’impossibile rappresentazione. Rodolf Sirera, già direttore del Teatro Principal di Valencia e drammaturgo spagnolo, scrisse Il veleno del teatro nel 1978; da allora il testo è stato presentato in tutta Europa. Paradosso dell’attore diderottiano, come anche alle teorie sadiane, con sullo sfondo un evidente riferimento alle Liaisons dangereuses. Una commistione di elementi che rendono Il Veleno una storia brillante, unica e affascinante. La vicenda è ambientata nel Settecento e ruota intorno al tema della realtà scenica, soprattutto intorno ai suoi limiti. Un attore, simbolo della borghesia vincente, incontra un marchese, simbolo dell’aristocrazia sconfitta, ma, paradossalmente, portatrice di valori legati al concetto di verità. La verità della scena si fonde con la finzione del ruolo giocato dal marchese e si confonde durante il dialogo tra i due. Un teatro fatto di tensione, di inquietudine interiore, di quell’alternarsi tra realtà e finzione tanto caro al nostro Pirandello.