Un inno a Miles Davis di Paolo Fresu, tra i più grandi trombettisti al mondo. Un uomo capace di raccontare una storia recente che va al di là della musica, che disegna il pianeta attraverso un reticolo di linee che navigano tra gli oceani, tra l’Africa e il mondo.
Affiancato da sette fuoriclasse, Fresu narra la storia di una leggenda la cui personalità emerge non solo dal suono inconfondibile della sua tromba, ma anche dai tratti intensi e segnati dell’ultimo periodo della sua vita: il volto scavato, gli occhi penetranti, le mani rugose che hanno toccato il cuore di milioni di appassionati.
L’intento è quello di ricostruire l’universo creativo e visionario di un artista che ha segnato il Novecento attraverso la voce narrante di un unico autore/attore e attraverso il suo mondo sonoro e le sue relazioni artistiche e umane. La formazione musicale è composta da diverse personalità e diversi strumenti, acustici ed elettrici, che sottolineano il suo percorso discografico e live sotto il profilo del suono e della ricerca.
Perché vederlo?
Perché è l’omaggio a un gigante del jazz del Novecento. Un’opera teatrale e musicale che ripercorre una vita e una carriera straordinarie, sottolineando il percorso discografico e live sotto il profilo di suono e ricerca.
90 minuti, atto unico
kind of MILES
- di e con
Paolo Fresu
tromba, flicorno e multieffetti - e con
Bebo Ferra chitarra elettrica, Christian Meyer batteria, Dino Rubino pianoforte e Fender Rhodes, Federico Malaman basso elettrico, Filippo Vignato trombone, multieffetti, synth, Marco Bardoscia contrabbasso, Stefano Bagnoli batteria
- regia
Andrea Bernard
- new media artist
Marco Usuelli, Alexandre Cayuela
- disegno luci
Marco Alba
- costumi
Elena Beccaro
- produzione
Teatro Stabile di Bolzano
- foto
Tommaso Le Pera