Workshop del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, condotto da Felicita Marcelli
19 / 23 aprile 2017
Sala Loft del Teatro Espace
Via Mantova 34 – Torino
Il workshop consiste in un’esplorazione dell’approccio al canto e all’azione sviluppato dal Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, come specificamente declinato nella pratica da Felicita Marcelli, al Workcenter dal 2007 e membro chiave del gruppo Open Program guidato da Mario Biagini (direttore associato del Workcenter).
Che posto ha il canto nella creazione scenica? In questo workshop partiamo dalla possibilità che il canto in scena possa non essere solo una “colonna sonora”, in accompagnamento a quel che succede, o un riempitivo per transizioni da una scena all’altra. Se un canto è presente all’interno di una scena ci si può avvicinare ad esso come a un organismo dotato di vita propria: da questo punto di vista il senso del canto, pur senza prescindere dalla sua funzione nella struttura drammaturgica complessiva dello spettacolo, può risiedere principalmente nello sviluppo di una relazione con chi lo canta, e nella possibilità che attraverso tale relazione avvenga una trasformazione nella qualità di presenza e percezione della persona.
Come un organismo vivente, il canto ha bisogno di essere sostenuto e nutrito, affinché si sviluppi e appaia pienamente. Possiamo pensare alla solidità della melodia, della vibrazione e del ritmo come alla struttura, lo scheletro, la spina dorsale del canto. Il contenuto associativo, le intenzioni e le azioni della persona che canta sono il nutrimento, la sostanza che fa crescere e sviluppare l’organismo-canto. Chiaramente, bisogna cercare e trovare le azioni e le associazioni appropriate, scovare il territorio personale, intimo che permetta un incontro tra la persona che canta e il canto stesso. Quando entrambi questi aspetti (solidità della struttura e nutrimento) sono presenti, il canto si manifesta come un organismo vivo. L’incontro tra la persona e il canto può evolvere in direzione di un’unità inscindibile, come se non fosse più la persona a cantare il canto, ma il canto stesso che canta la persona, che in qualche modo la muove.
Questa ricerca della vita del canto può condurre verso territori associativi sconosciuti o dimenticati, aprendo nuove vene creative, nuove sorgenti a cui un’artista può attingere per nutrire la propria vita professionale.
Questi ed altri elementi del mestiere performativo verranno esplorati principalmente in due tipi di sessioni di lavoro: presentazione, analisi e sviluppo di proposte sceniche individuali: ogni partecipante preparerà una breve proposta scenica contenente un canto e un breve testo, che verrà presentata all’inizio del workshop, quindi analizzata e sviluppata in sessioni di lavoro individuali nel corso del workshop, per poi essere presentata e analizzata una seconda e, laddove possibile nei limiti di tempo, una terza volta.
Sessioni di canto: queste sessioni, che rappresentano il cuore della ricerca del Workcenter, saranno basate su canti tradizionali provenienti dalla diaspora africana nelle Americhe, principalmente canti del Sud degli Stati Uniti, ma anche canti afro-ispanici provenienti dall’America Latina.
ORARI
19 aprile: dalle 18 alle 21
20 / 21 aprile: dalle 17.30 alle 21.30
22 / 23 aprile: dalle 10 alle 18
COSTO
250 €
INFO E ISCRIZIONI
[Photo by Agata Patoła]